Leggo e, a malincuore, approvo tutto ciò che voi scrivete.
Ma, nonostante tutto, non voglio mollare fino a che davanti ai miei occhi apparirà la parola "Fine", ma a differenza dei giochi "normali", questo è come quello dell'Enigmista, un gioco dal finale tragico, un gioco in cui alla fine del percorso c'è la nostra squadra, la nostra passione, la nostra città, il nostro stadio, i nostri colori, la nostra maglia e, cosa più importante, la nostra storia.
Le nostre domeniche passate su quegli spalti a ridere e, spesso, piangere, anche di gioia.
Se questa fantastica avventura colma di emozioni terminerà quest'anno non lo so e nessuno di noi può saperlo, ma davanti a noi potrebbe rifiorire la straordinaria opportunità di reagire, con un ultimo colpo di coda, a tutte le avversità di quest'anno (il resto non è ricambiabile, se non con la stessa moneta con cui siamo stati oltraggiati), salvando in un sol colpo onore, o ciò che ne rimane, e storia di questa società.
E' una sorta di inno alla disperazione questo, sono le parole di, forse, un illuso che vuole credere ad un finale alternativo rispetto a quello che tutti noi crediamo già scritto e, quindi, inevitabile.
Ciò che sicuramente resterà dentro di noi è un amore folle e incontrollato, secondi, minuti, partite, anni passati in giro a prender (tante) e dare (poche) sberle in giro per l'Italia.
Molto probabilmente, nemmeno l'amore per un'altra persona c'ha fatto soffrire così durante la vita.
1912voltetiamo, finchè morte non ci separi.